rassegna
VOCIDIDONNA 2019
La Rassegna Voci di Donna, giunta alla 15° edizione, si colloca in continuità  con le proposte culturali programmate dalla nostra associazione sin dalla sua fondazione, dalla musica classica al teatro musicale, dalla “world music” alla musica etnica, il tutto improntato a proposte di qualità  e originalità .
Questa rassegna mette in rilievo il talento femminile con spettacoli di artiste dalla consolidata professionalità, attrici e testi di forte valenza civile, musiciste che hanno fatto della ricerca la loro cifra e le importanti voci femminili delle donne sarde. Un crogiolo di appuntamenti che offre un panorama multidisciplinare della sempre solida e rinnovata artisticità  delle donne sul palcoscenico.

         Il direttore artistico: Stefano  Mancini


 

Teatro Verdi
Giovedi   3 Ottobre
PATRIZIA LAQUIDARA
C’é qui qualcosa che ti riguarda
Un concerto tra musica e teatro

Patrizia Laquidara voce, letture
Andrea Santini  elettronica, cori
Davide Repete   chitarra acustica, elettronica, cori
Daniele Santimone chitarra acustica, elettrica, cori
Stefano Dallaporta basso, cori
Nelide Bandello  batteria, cori

Patrizia Laquidara definita dalla critica “ una firma talmente personale da risultare unica”, “ una delle voci più intense e liriche della nostra musica cosidetta leggera”. “ C’è quì qualcosa che ti riguarda” prende il nome dal suo ultimo album, uscito a fine ottobre 2018, un omaggio al femminile, alla bellezza, alla forza e alla fragilità, un racconto al tempo stesso intimo e universale di chi cade e risorge. Coadiuvata da un gruppo strumentale che passa da un furore eletrofolk, a giocosità post-caraibica Patrizia Laquidara crea atmosfere notturne e sognanti legate alle letture di alcuni testi scritti da lei che rendono il concerto una performance teatrale.

Teatro Verdi
Martedi   8 Ottobre
GABRIELLA GHERMANDI
Atse Tewodros Projec - “Maqeda”
Le polifonie femminili dell’Etiopia

“Maqeda”, nome etiope della Regina di Saba, è un progetto che nasce per mettere in rilievo le figure femminili della storia e mitologia etiope e i tanti rituali di diversi gruppi etnici. E' un lavoro sugli stereotipi che ancora ci circondano, da quelli secondo cui i modelli per l’emancipazione della donna possono essere solo quelli occidentali, al cliché coloniale dal quale ancora non ci siamo liberati e per il quale l’occidente è comunque superiore e più sapiente. Assunzione questa che affligge sia i cosiddetti paesi occidentali che quelli definiti in via di sviluppo.
L’Etiopia, oltre ad avere la propria storia epica che ha come eroina una donna, la regina di Saba appunto, oggi vede per la prima volta nella storia d'Africa una donna presidente della corte suprema, un’avvocata che ha lottato contro l'usanza dei matrimoni precoci riuscendo a fare assolvere una ragazzina obbligata a sposarsi a 12 anni, che per scappare aveva ucciso il marito. Dei 20 ministri che compongono il Consiglio dell'attuale governo etiope, ben 10 sono donne. Il progetto Maqeda nasce per creare una narrazione differente che metta in evidenza tutto ciò sia per gli occidentali che per i non occidentali, per ricordare che il mondo può trarre insegnamento da molti paesi, e che la ricchezza non è necessariamente sinonimo di sapere e democrazia assoluta.
Gabriella Ghermandi insieme ai musicisti di Atse Tewodros Project attraverso il dialogo pongono l'accento sulla necessità di confrontarsi da pari a pari , tra persone che appartengono a culture diverse.
 

Teatro Verdi
Giovedi 17 Ottobre
TERESA SORO
Jana
di Cosimo Filigheddu
Il declino di una città raccontato dalle sue rovine

con
Teresa Soro
Marta Pedoni
Stefano Dionisi

Jana, un nome proprio che però in sardo ha anche il significato di ninfa, divinità protettrici di boschi, fiumi e altri luoghi naturali (“domus de janas”, casa delle fate). Un personaggio misterioso che arrivato al pomeriggio della sua vita incontra una ragazza che sta per prostituirsi per la prima volta, spinta dal suo ragazzo. Jana, in un percorso tra i luoghi delle rovine tristi e affascinanti del passato di Sassari, tenta di strapparla al suo destino, affermando che la predominanza del maschio e il suo egoismo sono la cifra con la quale leggere la storia della decadenza dell’isola e della città. Il pomeriggio di Jana è arrivato improvvisamente nel giro di un secolo, un battito di ciglia rispetto alle migliaia di anni lungo i quali lei si è aggirata nella natura sarda e nelle opere umane. Non trovando più luoghi in cui la natura intatta le dia la forza di vivere, Jana si è ridotta a vivere in edifici abbandonati e in rovina dove però, proprio perché abbandonati dall’uomo che li ha costruiti, si riforma a poco a poco l’illusione di una armonia con l’ambiente naturale. Sino a un finale sconvolgente e inaspettato dove è messa in discussione ogni apparente certezza.
Fonica e luci Marcello Cubeddu – Riprese video Eugenio
Coordinamento scenico Teresa Soro
 
 
 

Teatro Verdi
Martedi 22  Ottobre
ELENA ARVIGO
La metafisica della bellezza
Lettere dalle case chiuse

 “Ma che uomini siete che per avere i favori di una donna dovete pagarla?”  Questa la frase provocatoria con cui la senatrice Angelina Merlin sfidò i colleghi maschi del parlamento e del governo che non volevano saperne della sua proposta di legge per chiudere le case di tolleranza. Nel febbraio del 1958 la Camera approvò la legge Merlin. Ai nostalgici che oggi vorrebbero riaprire le “case chiuse”, è bene ricordare che quei luoghi erano veri e propri lager, come documentano le lettere che le signorine delle case scrissero alla senatrice perché, durante l’iter legislativo, non demordesse dai suoi intenti.  Le lettere delle prostitute alla senatrice Merlin furono raccolte dalla stessa Merlin e da Carla Barberis (moglie di Sandro Pertini) e la loro autenticità è garantita dagli originali, oggi depositati presso un notaio. A scrivere sono per lo più madri piene di speranza e dignità, piene di stupore e gratitudine per chi sta mostrando interesse verso la loro situazione di “donne perdute”, per chi, come la senatrice Merlin, sta immaginando per loro un futuro diverso e migliore. Lo spettacolo cerca di definire, anche grazie ad alcune figure artistiche, la funzione profonda che esercita la puttana rispetto alla nostra idea dell’arte, del denaro e della verità stessa.
La verità non è una luce che illumina il mondo con la sua splendida evidenza ma è lo sconvolgimento dell’evidenza. Ciò che consideriamo evidente non lo è affatto.
 
 
 

TUTTI GLI SPETTACOLI INIZIANO ALLE ORE 21.00.

ingresso ai singoli spettacoli € 10,00
abbonamento per tutta la rassegna € 30,00
abbonamento fedeltà (vecchi abbonati) € 25,00
 

per info e prenotazioni, dal lunedi al venerdi 11-13 e 18-20, sabato 11-13: 079-236121