stagione concertistica
2014-2015
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Palazzo di Città (Teatro
Civico)
25-26 Novembre 2014
Spettacoli ore 09.30 e 11.30
OFF-LIFE
con Stefano Dionisi, Claudia Dolce, Jasmin Ghera, Elena Idini, Alice
Sassu, Irene Valenti, Margherita Massidda, Emanuele Floris
COREOGRAFIE- Margherita Massidda
DISEGNO LUCI- Marcello Cubeddu
EFFETTI SONORI e FONICA- Eliana Carboni, Claudio Dionisi
REGIA e ALLESTIMENTO SCENICO- Emanuele Floris
Il bullismo è una forma di comportamento violento, attuato tramite
l'impiego di falsi metodi di opposizione e intimidazione nei confronti
di se stessi o nei confronti dei pari. Ancora più attuale è
il Cyberbullismo o ciberbullismo (ossia il “bullismo” on line) che indica
un tipo di attacco continuo, ripetuto e sistematico, attuato attraverso
la rete. E’ pertanto facile per gli adolescenti, visto il loro modo a volte
compulsivo di girare sulla rete, capire, identificare e fare proprie le
modalità comportamentali negative che si innestano nei rapporti
con i loro coetanei.
Lo spettacolo Off-Life, attraverso il racconto dei ragazzi “prestati”
al mestiere di attore, vuole fare riflettere sulle meccaniche di questi
processi e sulle loro conseguenze, raramente prese in considerazione dai
giovani, per lo sviluppo di una consapevolezza che pian piano eroda dalle
fondamenta questo genere di atteggiamenti.
Sinossi
Riflessione sulle dinamiche di interrelazione tra giovanissimi e sull’uso/abuso
dei social network, OFF-LIFE, attraverso la forma espressiva di un piccolo
musical, racconta tre episodi di bullismo e cyberbullismo ispirati alla
cronaca di tutti i giorni Nel primo, Tira su le mani, ambientato in una
classe di liceo durante l’ultimo giorno di scuola, alcune ragazze tormentano
un ragazzo affetto da handicap; in Chatroom una sedicenne dialoga in rete
con una coetanea scoprendo di essere spiata non solo nello spazio virtuale
ma anche in quello reale; nel terzo e ultimo capitolo, LEI, un piccolo
incidente tra teenager innesca una reazione a catena che finirà
col coinvolgere, e travolgere, anche il mondo degli adulti.
Età di riferimento: 13-18 anni.
In considerazione dell’attualità e importanza del tema abbiamo
collegato a questo spettacolo un concorso per il miglior elaborato, relativo
al bullismo, che scaturisca dalla visione dello spettacolo.
CONCORSO “OFF LIFE”
Allo spettacolo è collegato un concorso dedicato agli studenti
che premia le migliori recensioni scaturite dalla visione dello stesso.
Gli elaborati devono pervenire alla Cooperativa Teatro e/o Musica entro
il 15 dicembre 2014. Possono essere inviate per posta (fa fede la data
di arrivo), via fax al numero 079-235254 oppure via mail all’indirizzo
teatroeomusica@tiscali.it.
Palazzo di Città (Teatro
Civico)
26, 27, 28, 29 Gennaio 2015, ore 11.30
Per Il giorno della memoria
VENIVA L’ACQUA DE DIO
Sessant’anni di vita, e morte, della comunità ebraica italiana, raccontati attraverso le voci di bambini e ragazzi sopravvissuti alla pagina più nera del XX secolo, l’Olocausto. Dall’infanzia dorata o povera all’adolescenza terribile trascorsa nei lager, fino alla condizione di adulti del ‘pacifico’ occidente di oggi, ancora in lotta contro l’antisemitismo e con il ricordo del trauma vissuto nell’universo concentrazionario nazista. Accompagnati dai brani più significativi dell’epoca i protagonisti, attraverso gli accenti popolareschi della propria estrazione regionale, dimostreranno come il passato e il presente siano molto più vicini e simili di quanto si pensi. - Età di riferimento: 14-18 anni.
Allo spettacolo è collegato un concorso dedicato agli studenti
che premia le migliori recensioni scaturite dalla visione dello stesso
con dei buoni acquisto libri.
Le recensioni devono pervenire alla Cooperativa Teatro e/o Musica entro
il 28 febbraio 2015. Possono essere inviate per posta (fa fede la data
di arrivo), via fax al numero 079-235254 oppure via mail all’indirizzo
teatroeomusica@tiscali.it.
Palazzo di Città (Teatro
Civico)
24, 25, 26, 27 Febbraio 2015 ore 10,00
Hänsel e Gretel
Favola con musiche di
Domenico Carboni
Liberamente tratta dall’omonimo racconto dei Fratelli Grimm
Musiche di
Salvatore Rizzu
regia Alfredo Ruscitto
Nel 1812 i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, filologi, letterati e studiosi
del folclore della loro patria pubblicarono una raccolta di Märchen,
ossia racconti popolari basati su storie magiche, fantastiche e inverosimili.
In italiano il termine più vicino all’antico vocabolo tedesco è
“fiaba”. I Grimm raccolsero racconti popolari tratti dalla grande tradizione
orale tedesca e li trascrissero così come da innumerevoli generazioni
venivano raccontati ai bambini. La fiaba è un espediente per narrare
le paure primordiali dell’uomo come la fame, la guerra, le malattie ,la
morte e quindi esorcizzarle nel tentativo di placare le inquietudini e
di raggiungere le sicurezze. E’ perciò un linguaggio universale
e questo spiega perché la raccolta di fiabe dei fratelli Grimm sia
l’opera più tradotta e ristampata, diffusa e conosciuta di tutta
la letteratura mondiale. L’opera che si intitola Kinder und Hausmärchen
(Fiabe per i bambini e le famiglie, Berlino 1812-15) comprende due volumi
con complessive 201 fiabe fra le quali le celebri Cenerentola, Biancaneve,
Cappuccetto rosso, Pollicino, I musicanti di Brema, Hänsel e Gretel.
Nelle versioni moderne super illustrate destinate ai bambini i testi sono
edulcorati e talvolta vi sono aggiunte di lieto fine che nelle versioni
originali non esistono; per esempio l’episodio del cacciatore che uccide
il lupo estraendo dalla sua pancia Cappuccetto Rosso e anche la nonna è
postuma: tale “fiero pasto”, infatti, più che dal lupo affamato,
non poteva essere digerito dai giovanissimi lettori. La fame giustifica
i mezzi.
Il problema della fame e della disperazione di essere digiuni lo troviamo
anche nella favola di Hänsel e Gretel dove si racconta di genitori
ridotti appunto alla fame che pensano di liberarsi dei due figlioli, due
voraci bocche da sfamare, con cui avrebbero dovuto dividere le ultime briciole
del loro pane. È comunque da rilevare che la moglie è in
realtà una matrigna, quindi, come in tutte le favole, è molto
cattiva verso i figliastri e anche il marito è succube della sua
malvagità. I due snaturati genitori abbandonano dunque i poveri
figlioli nel bosco per toglierseli di mezzo. Nel bosco vengono irretiti
da una strega che li fa prigionieri. La strega progetta di ingrassarli
per bene e poi mangiarli ma i due riescono a liberarsi a farla fuori. Hänsel
e Gretel poi riusciranno a ritrovare la strada di casa e a ritornare con
un tesoro che la strega teneva nascosto nella sua casa. Risolveranno così
anche i problemi economici dei genitori vivendo con loro felici, contenti,
e soprattutto sazi.
La fiaba, fu molto popolare in Germania in tutto l’Ottocento. Si contano
tre versioni per teatro musicale di Georg Krempl (1862), Engelbert Humperdik
(1893) e Wilhelm Costantin Löwe (1900). La più famosa è
quella di Humperdink su libretto della sorella Adelheid, che è rimasta
ancora nel repertorio operistico. Forse per la trama piuttosto inquietante
non incontrò i favori della Disney come le altre più celebri
favole dei Grimm. Non mancano temi che rendono la fiaba di Hänsel
e Gretel attuale anche oggi. La fame, prima di tutto. Certo i bambini del
mondo occidentale che rischiano il sovrappeso grazie alle celebrate merendine
e agli hamburger multinazionali la vera fame non sanno neanche cosa sia,
però è bene che sappiano che altrove, in altri mondi non
molto lontani, molti coetanei muoiono per denutrizione. Degli orchi e delle
streghe che irretiscono i bambini con leccornie e regali salvo poi… usarli
come ne parlano diffusamente i giornali. Altro tema è quello del
distacco dalla famiglia, dei primi passi che il bambino fa al di fuori
di essa, per esempio il primo giorno di scuola quando ci si incammina per
un sentiero con luci ed ombre che non si sa dove porterà. Il sentiero
della vita.
Piace a grandi e piccini, per le sue trovate, per i suoi riferimenti
ai nostri tempi, per un allestimento colorato e di facile presa. Lo spettacolo
in questione è “Hansel e Gretel”, la favola musicale di Domenico
Carboni, dalla celebre fiaba dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm
Sulla nota favola di “Hansel e Gretel”, i due fratellini alle prese
con due genitori che oppressi dalla fame vogliono liberarsi dei due figli
(due bocche in più da sfamare), spingendoli nel bosco, proprio tra
le grinfie della strega che li alletta con una casa rivestita e costruita
di leccornie, Domenico Carboni, supportato da una simpatica e colorata
scenografia, ha costruito una pièce apprezzabile con tante trovate
(il Lupo Sceriffo, ad esempio), riferimenti alla fame, che anche oggi è
una costante nel mondo, ai rapporti con i propri genitori e purtroppo con
lo sfruttamento dei bambini oggi, prima coinvolti e poi usati in loschi
traffici, come si legge sui giornali quotidianamente.
Il successo dello spettacolo, agile e scorrevole è assicurato
dagli interpreti, tutti all’altezza della situazione. Coinvolgenti
le musiche originali di Salvatore Rizzu. Pièce, come detto, divertente,
coinvolgente e che viene apprezzata dai bambini presenti ed anche dagli
insegnanti che li accompagnano e che alla fine rendono merito agli interpreti
ed all’intera compagnia per uno spettacolo davvero piacevole e, come detto,
sempre attuale.
Età di riferimento: dai 3 agli 11 anni.
Nuovo Teatro Comunale - Sassari
06 Marzo 2015, ore 11.30
I Virtuosi Italiani
Voce Cristina Zavalloni
“OMAGGIO AI BEATLES”
Dalla Rassegna Dedicata ai “Grandi Interpreti” un matinée dedicato
ai ragazzi
La straordinaria interpretazione di Cristina Zavalloni, insieme ai
Virtuosi Italiani diretti da Aldo Sisillo in una reinterpretazione per
voce e orchestra delle canzoni del quartetto di Liverpool.
Il concerto, dal titolo “Omaggio ai Beatles”, offrire una raccolta di trascrizioni per voce femminile e orchestra di canzoni del celebrato gruppo di Liverpool, con la straordinaria interpretazione di Cristina Zavalloni, insieme ai Virtuosi Italiani diretti da Aldo Sisillo.
Undici dei più importanti titoli della band di Liverpool, da
Michelle a Let it be, da Yesterday fino a I want to hold your hand saranno
interpretati dalla Zavalloni in perfetto “Beatles style”, con cura e meticolosità
tipiche dell’espressione di matrice “colta”.
«La lettura “integrale” dei brani dei Beatles che daremo in quest’occasione,
i Virtuosi Italiani ed io, complice il lavoro dei nostri arrangiatori GianAntonio
Mutto e Raffaele Tiseo», ha affermato Cristina Zavalloni, «vuol
essere un atto di giustizia, da parte nostra, nei confronti della rivoluzione
musicale messa in atto dal gruppo, i cui esiti hanno avuto ripercussioni
ben al di là dell’ambito della “musica leggera”, e ben oltre il
loro tempo. L’irriverenza iconoclasta del loro modo di comporre, guidata
dal loro feroce istinto musicale, è stata infatti in grado di stravolgere
non solo le regole della musica “colta” di ogni epoca, ma anche quelle
“non scritte” della “musica leggera” di allora e, ante litteram, persino
quelle che vengono considerate irrinunciabili nella musica rock e pop di
oggi.
Al pari di quanto fecero i Beatles quindi, verranno riproposti gli
interventi repentini degli strumenti obsoleti o esotici, usati per ottenere
effetti di straniamento spazio temporale, come nel caso della tromba barocca
in Penny Lane. Allo stesso modo, è stato parimenti “ignorato” ––
tra le regole di scrittura ritenute fondamentali tutt’oggi – il precetto
di non introdurre strumenti musicali destinati, dopo poche battute, a sparire
dagli orizzonti uditivi dell’ascoltatore; cosa che invece i Beatles facevano
regolarmente, con beffarda, quanto finta, inconsapevolezza. In sintesi
quindi: siamo noi, stavolta, ad andare – pur in veste di musicisti della
tradizione “colta” - incontro ai Beatles, come una vera e propria “tribute
band”».
Sul suo incontro con il sound della Beat Generation “nudo e crudo”,
la Zavalloni, icona mondiale della musica contemporanea e nota per la sua
abilità d’improvvisazione jazz precisa: “La generazione musicale
di matrice jazz e colta a cui appartengo ricorda forse maggiormente il
sound di quanti in questi anni hanno trascritto ma soprattutto reinterpretato
le canzoni dei Beatles – per quanto mi riguarda, in testa vi sono le reinterpretazioni
di Berberian-Andriessen, da cui questa operazione si discosta definitivamente
- e di quanto non ricordi il loro sound originario. La riscoperta e la
rilettura in chiave “filologica” dei Beatles, da parte mia, affluisce naturalmente
in un periodo di grande riflessione sulla musica degli anni sessanta, da
sempre uno dei miei “miti” musicali, da cui sono recentemente nati un nuovo
disco contenente mie riletture delle chanson di Aznavour, con i quartetto
IDEA (in uscita in maggio per l’etichetta EGEA ndr) e la realizzazione
di un video musicale un po’ Twiggy- style ….»
Dietro a questa operazione, non a caso, vi è una “regia intelligente”
e corale, che ricongiunge gli intenti, oltre che di un’interprete, di un
direttore musicale quale Aldo Sisillo, che già in occasione del
Mondo Cane tour di Mike Patton (il band leader dei Faith no more) ha avuto
il merito di realizzare progetti che avvicinassero musicisti (hard) rock
alla canzone italiana degli anni cinquanta e sessanta. E non in ultimo,
delle scelte artistiche del Festival Atlantide diretto da Alberto Martini
e de I Virtuosi Italiani, dalla cui attenzione al contemporaneo (ricordiamo
a tal proposito le loro collaborazioni con Ludovico Einaudi, Uri Craine,
Paolo Fresu, Giovanni Allevi) deriva oggi un successo di pubblico trasversale.
Tutti segni ineludibili, questi, che gli universi della musica “colta”
e della musica “leggera”, per usare una distinzione oggi forse del tutto
archiviabile, abbiano finalmente maturato un rapporto di intensa e complice
reciprocità.
Cristina Zavalloni da sempre si contraddistingue per le sue performance
caratterizzate da presenza scenica esuberante, da un'effervescente verve
cabarettistica e da un'ironia costante, ora leggiadra ora dissacrante che
può volgere, persino nelle umoristiche presentazioni dei brani,
all'autoironia. La sua consapevole versatilità (è vocalist
jazz, compositrice, oltre che mezzosoprano) l'ha portata a spaziare con
estrema disinvoltura e con pari credibilità, tra generi musicali
estremamente eterogenei.
Aldo Sisillo si è dedicato intensamente alla musica contemporanea:
ha diretto numerose prime assolute e partecipato a progetti che hanno spaziato
in diversi generi musicali, collaborando con artisti come Ornette Coleman,
Uri Caine, Mike Patton e Eving Kang. L'Ensemble dei Virtuosi è uno
dei più versatili e apprezzati del panorama colto contemporaneo,
che lavora nel campo della musica antica e contemporanea, ma anche in collaborazione
con artisti di altra esperienza, come Franco Battiato, Chick Corea, Uri
Caine, Michael Nyman, Paolo Fresu, Ludovico Einaudi, Giovanni Allevi.
I Virtuosi Italiani si sono esibiti per i più importanti teatri
e per i principali enti musicali italiani e stranieri, collaborando con
artisti del calibro di Chick Corea, Goran Bregovic, Michael Nyman, Ludovico
Einaudi, Franco Battiato, Giovanni Allevi, Uri Craine, Paolo Fresu, Cesare
Picco e Antonella Ruggiero, il New York City Ballet. Molteplici sono
le collaborazioni con solisti e direttori, numerose le tournées
all'estero e un’attività discografica ricchissima, con più
di 100 cd registrati per le maggiori case discografiche ed oltre 500.000
dischi venduti in tutto il mondo.
Età di riferimento: dai 12 anni.
Palazzo di Città (Teatro
Civico)
17, 18, 19 Marzo, ore 11,30
COL MIGLIOR SANGUE
Nel centenario dall’inizio italiano della Prima Guerra Mondiale, una
storia vera dalle trincee del Carso. Di E. Floris.
Con oltre un milione di vittime accertate in Italia, e più di 17 milioni in tutto il mondo, la prima guerra mondiale, o Grande Guerra, ha segnato la storia del ‘900 non soltanto per l’immane dispendio di vittime ma anche per aver covato i totalitarismi che vent’anni più tardi trascinarono l’umanità al collasso. Stupisce però che un conflitto di tale portata, dalle enormi implicazioni geo-politiche, sia deflagrato sotto la spinta di pretestuose motivazioni e, soprattutto, nella più completa leggerezza per quanto concerne la preparazione militare. A farne le spese i soldati della fanteria, spesso di umili origini, quasi sempre analfabeti, nella maggior parte dei casi ignari del concetto di ‘Patria’, spediti al fronte a combattere una guerra di cui ignorano le premesse e ancor meno gli sviluppi.
Sinossi
1916. Un fante italiano, per mesi in prima linea sul fronte carsico
durante la Grande Guerra, viene condotto davanti al giudice del Tribunale
militare. È accusato della più grave delle colpe per un soldato:
il reato di diserzione. Ma se l’esito del processo appare scontato (la
fucilazione), non sarà altrettanto facile esaminare i motivi che
hanno condotto l’uomo a ‘tradire la Patria’: come spiegare infatti il suo
comportamento ‘vigliacco’ quando, invece, in trincea si è sempre
dimostrato uno dei più coraggiosi? E perché proprio lui,
premiato con la medaglia al valore militare, è fuggito davanti al
nemico? L’indagine del giudice sarà l’occasione per permettere al
soldato di raccontare la sua storia, una storia non meno comica che tragica,
che è soprattutto testimonianza ed evocazione di una intera generazione
di combattenti della prima guerra mondiale, spesso ignari delle ragioni
del conflitto, vittime sacrificali della volontà di potenza di una
nazione, l’Italia, a cui sapevano a malapena di appartenere.
Età di riferimento: 14-18 anni.
Palazzo di Città (Teatro
Civico)
25, 26, 27 Marzo, ore 10,00
STRUMENTI DELLA SARDEGNA
Fabio Melis & Friends
Lezione-concerto.
La Sardegna, ricca di cultura e storia, si distingue anche nelle arti
più fini e raffinate come la Musica, spesso non sempre valorizzate
a sufficienza. La grande tradizione popolare musicale della Sardegna può
vantare suoni e strumenti musicali unici al mondo, come le launeddas, e
nel suo genere come su Sulittu, la Trunfa, Benas, Matraccas, la Chitarra
Sarda.
Le Launeddas, o “sonus de canna” sono l’emblema musicale della Sardegna.
Considerato lo strumento polifonico più antico del mondo (Bronzetto
rinvenuto in Sardegna, datato tra l’VIII-IX secolo a.c.) è sostanzialmente
l’insieme di tre canne comuni: la canna più lunga detta “tumbu”
fa da bordone, la “mancosa” accompagna, la terza, detta “mancosedda”, fa
da solista. Le possibili combinazioni delle due canne melodiche danno origine
a molti tipi di launeddas, detti anche “cunzértus”. Costituita da
un’ancia unica nel suo genere, viene suonata con la tecnica della respirazione
circolare ed è presente solo in Sardegna, con la funzione di accompagnare
i tradizionali balli sardi, anche se al giorno d’oggi con suonatori esperti
ha sviluppato un repertorio da concerto autonomo.
Il concerto vuole essere un momento creativo per avvicinare gli alunni
e gli insegnanti alla conoscenza e valorizzazione della cultura musicale
sarda.
La lezione-concerto si struttura con la presentazione e spiegazione
degli strumenti (Sulittu, Trunfa, Benas, Matraccas, Chitarra Sarda),
la proiezione di video sulla costruzione manuale di Launeddas e Sulittu
e l’esecuzione di brani che ne esplichino le tecniche esecutive e che aiutano
il riconoscimento della musica in relazione al ballo.
Tale attività risulta essere un momento altamente formativo
e di crescita per gli alunni: fornire agli stessi, momenti di crescita
in un mondo fortemente segnato dalla presenza della musica come veicolo
di comunicazione.
Età di riferimento: dagli 8 anni.
Palazzo di Città (Teatro
Civico)
14, 15, 16 Aprile, ore 10,00
Musicomica
CLOWN IN LIBERTA’
Teatro Necessario
di e con
Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori
Se consideriamo che il clown è nascosto nel nostro inconscio
– quando ci rendiamo ridicoli per strada, quando ci azzuffiamo, quando
siamo innamorati, tutti gli aspetti buffi di ogni persona, tutto ciò
che mette al bando la serietà – credo che ognuno di noi lo abbia.
Clown in libertà è un momento di euforia, ricreazione
e ritualità catartica per tre buffi, simpatici e ‘talentuosi’ clown
che paiono colti da un’eccitazione infantile all’idea di avere una scena
ed un pubblico a loro completa disposizione. Clown in libertà racconta,
dunque, il pomeriggio un po’ anomalo di tre clown che vogliono allestire
uno spettacolo per divertire, stupire ed infine conquistare, abbracciare,
baciare il pubblico di passanti. Cercando con ogni mezzo di sorprenderlo,
a costo di prevaricarsi gli uni con gli altri, di farsi vicendevoli dispetti
finiranno per causare, a volte, il deragliamento dell’azione. Ecco quindi
sequenze di mano a mano, duelli al rallentatore, intricati passaggi di
giocoleria rubandosi ripetutamente di mano gli attrezzi, e ancora evoluzioni
e piramidi.
La musica è la vera colonna portante dell’azione e dello sviluppo
narrativo; accompagna, scandisce e ritma ogni segmento ed ogni azione.
L’intero spettacolo risulta così come un grande, unico e continuo
viaggio musicale che non si interrompe ‘quasi’ mai, nemmeno durante le
acrobazie più impensabili.
L'associazione culturale Teatro Necessario viene fondata nel 2001 e
da allora svolge stabilmente attività di produzione e diffusione
di spettacoli di teatro di strada e teatro ragazzi. Teatro Necessario riunisce
artisti dal profilo versatile caratterizzato da differenti esperienze formative
in campo teatrale, circense e musicale. Ognuno dei componenti porta infatti
con sé una personale preparazione che spazia dai numerosi laboratori
teatrali alla più eclettica sperimentazione di competenze ed abilità
di stampo circense come lo studio della clownerie, delle discipline acrobatiche
e della giocoleria, alla padronanza, infine, della musica. Uniti da un
comune intento poetico, i tratti distintivi della produzione sono il radicale
scardinamento dei confini tra discipline diverse, la scelta di una narrazione
sottile e a volte impalpabile fatta non di parole ma di gesti, l’impossibilità
di distinguere, all’interno di uno stesso spettacolo, dove finisca il teatro
per dare spazio al momento circense, dove inizino la danza e l’invenzione
gestuale per rubare la scena alla parte mimica o alla trovata comica.
Per tutte le età, dai 3 anni in poi.